mercoledì 4 agosto 2021

sono ancora capace di apprezzare un regalo

Altro pezzo del 1999 rielaborato in una forma definitiva per Musica per segreterie telefoniche nel 2002. Mi piace perché in un minuto e mezzo sviluppa compiutamente un'idea, non ha bisogno di più tempo per raccontare quello che deve raccontare, che è un po' la sfida e il divertimento dei pezzi di questa raccolta. Sono come i cortometraggi nel cinema, o i racconti in letteratura. Suoni metallici, ma come possono essere nel laboratorio di un costruttore di robot alla Hugo Cabret, di un giocattolaio magico, di un orologiaio matto. 

YouTube: https://youtu.be/zi0sHIMgxxc

mp3: Sono ancora capace di apprezzare un regalo

venerdì 16 luglio 2021

la calligrafia nell'educazione del fanciullo

Una costruzione un po' più rigorosa dei brani che aprono l'album, con un tema ricorrente che qualcuno ha avvicinato alla sigla di un poliziesco alla Derrick, forse per un'impronta di leggero swing, anche se poi si sviluppa seguendo sentieri inattesi, proprio come certe sigle di telefilm. Registrato con suoni di plastica, ma con in mente una big band. 

YouTube: https://youtu.be/Ua5yJmd_LUA


mp3: la calligrafia nell'educazione del fanciullo

mercoledì 9 giugno 2021

dialogo tra un semaforo e un ippocastano

Serio o comico? Infantile o dadaista? Surrealismo o musica da cartoni animati? Credo che per me ci sia sempre l'aspetto "gioco", ma, come ho avuto modo di approfondire in un intervento in un autorevole podcast (https://illaboratoriodelprofessorodd.wordpress.com/2019/02/18/toy-music/), si può fare musica molto seria anche coi giocattoli.


YouTube: https://youtu.be/R_bRmY67VsE


mp3:    dialogo tra un semaforo e un ippocastano

mercoledì 3 marzo 2021

ultimi abbagli, sul finire del buio

Questo nasce da uno degli appunti digitali (MIDI) più vecchi che abbia mai registrato, è una delle prime tracce sul primo floppy (!). Ancora non mi interessava la musica elettronica nel senso della creazione di suoni sintetici, piuttosto cercavo di imitare suoni analogici, cercando di simulare piccoli ensemble acustici anche se improbabili (arpa, tromba e piano elettrico), inseguendo costruzioni minimali e modulari e giocando sulla sovrapposizione e inseguimento di voci. In pratica l'idea ricorrente era di usare strutture tipiche della musica sintetica ma con strumentazione acustica, però simulata con suoni sintetici (mi rendo conto del loop delirante). I riferimenti in questo senso (per molto del materiale raccolto poi in "Musica per segreterie telefoniche") vanno da René Aubry a Pascal Comelade alla ineguagliabile Penguin Café Orchestra. Questa piccola idea musicale, alla quale però sono molto affezionato, in seguito l'ho riciclata come riff di apertura di una canzone chiamata "Portati via".

domenica 10 maggio 2020

an English weekend

Breve racconto post-adolescenziale in forma di canzone, apparentemente molto semplice (ma con qualche passaggio non banalissimo), con alcune intuizioni a mio avviso molto riuscite, come l'alternanza tra il racconto minimalista e il dialogo interiore (in particolare la variazione in cui esplode un groviglio di pensieri quasi paranoico). Il carillon iniziale sembra introdurre in dissolvenza la scena di arrivo nella neve. Buffo anche come alcune parole innocenti contribuiscano a datare il raccontino (il treno, il CD, la mappa cartacea).

mp3: An English Weekend

testo: An English Weekend

una diretta facebook del 2020:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10158266689594806&id=623764805

buffo essere seduto nella tua stanza
con nessun altro tranne me
mentre tu mi prepari una tazza di tè inglese
dopo che io mi sono tolto
le scarpe per non bagnare per terra e
ho messo su il mio CD preferito
e piego attentamente la preziosa mappa
che mi ha portato alla tua porta mentre tu dici

"sei sicuro di quello che dici?
non ti dispiace di essere venuto qui?
sei d'accordo o sei solo rassegnato
che le cose debbano andare cosi'?"
perché pensavo solo di anticipare
quello che credevo tu stessi pensando
ma anche se mi sento come te
ora è diverso sentirselo dire

non mi importa niente del municipio,
con tutta la neve che sta per cadere
è meglio che restiamo,
guardiamo le tue fotografie dell'Italia,
ma ti prego, non guardarmi così,
perché potrei prenderti la mano e poi chissà?
ma guarda, si sta facendo tardi,
è ora che io prenda il treno

lei è in piedi sulla banchina, benché
non voglia dire una parola,
ma immagino dai suoi occhi cosa c'è dietro;
gli altoparlanti rintoccano l'ultimo avviso,
così io disinserisco l'auto-controllo
e all'improvviso tutte le nostre resistenze crollano;
è così disperato e dolce,
sì, lei è così disperata e dolce

le cose vanno come non avevo previsto,
ma avrei dovuto sapere tutto ciò dall'inizio,
allora perché ho aspettato tanto per baciarla?
e penso mentre il treno va veloce:
"è divertente essere cresciuto
perché finalmente posso divertirmi ad essere superficiale"
ma pensavo che non facesse male;
sì, ero sicuro che non facesse male

mercoledì 1 aprile 2020

piccoli piacevoli incidenti meteorologici

In piccoli piacevoli incidenti meteorologici (▶) i più vispi potranno intuire che il pezzo nasce, come altri dello stesso CD, da un tentativo - che poi non andò in porto - di comporre una manciata di brevi passaggi sonori per un DVD-ROM multimediale che parlava di treni.
I più suggestionabili potranno chiudere gli occhi e immaginare di veder scorrere dal finestrino una campagna che cambia di colore e profumo al cambiare del tempo.
I più romantici crederanno persino di sentire il fruscio della pioggia sui vetri. 


venerdì 27 marzo 2020

sdrucciolevole

Sdrucciolevole

Ho capito l'importanza delle sdrucciole una volta che Sergio Caputo disse che aveva smesso di scrivere swing perché aveva finito - appunto - le sdrucciole. Ci sono generi musicali nati per la lingua inglese che, per essere adattati all'italiano, richiedono particolari accorgimenti metrici che a noi non risultano naturali. Come Vasco, che per fare rock deve usare una quantità enorme di monosillabi e parole accentate. O come la classica ballata shuffle in 12/8 che, essendo a terzine, richiede parole sdrucciole.

Questa canzone, al di là dell'ammiccante gioco di parole del titolo, ha come protagonista una di quelle persone che non riescono mai a calarsi a fondo negli eventi perché non riescono a evitare di guardarsi vivere.