quando riempio la ventiquattr'ore
e scelgo quali sogni portare
e carico il mio aereo a pedali
e un fucile caricato a parole
[...]
ho deciso da che parte mi schiero
(Da che parte mi schiero)
Evidentemente si tratta di categorie che perdono di senso nel momento in cui hai una platea ridotta come la mia. Le mie canzoni non potrebbero mai cambiare il mondo, e sarebbe assurdo che me ne ponessi l'obiettivo, possono solo raccontare la mia idea di mondo; e, fatta eccezione dei pochi esempi di espliciti temi sociali, tra le righe di quello che ho fatto non ho mai nascosto "da che parte mi schiero".
Tuttavia sono convinto che nel mestiere di fare musica l'impegno si trovi soprattutto nel lavoro poetico, narrativo, estetico, nella ricerca della bellezza.
Certamente una canzone può definirsi impegnata se svela verità scomode o se dà voce a chi non ne ha, ma già il pensiero di invitare alla riflessione o alla fruizione della bellezza, in un momento storico di banalizzazione della comunicazione, sovraddosaggio di immagini e volgarizzazione delle interazioni sociali, si può considerare impegno. L'arte può elevare lo spirito, educare all'apertura e alla tolleranza, allenare il senso critico, il confronto, la discussione. “Credo nel potere del riso e delle lacrime”, come diceva Chaplin, e aggiungo della musica, “come antidoto per l’odio e per la violenza”.