La frase è un passaggio molto poetico nonché enigmatico di Sulla strada di Kerouac, di quelli che non possono lasciare indifferenti perché inseriti in un contesto altrimenti squisitamente narrativo e minimalista, e probabilmente il significato va ricercato nella formazione zen dell'autore, che qui fa riferimento al ciclo perenne delle nascite e delle morti e al loro ruolo nell'universo.
“Ripples in the upside-down lake of the void, is what I should have said.
The bottom of the world is gold and the world is upside down.”
(Jack Kerouac, On the Road)
Una curiosità: è l'unico mio pezzo (almeno della fase che comprende registrazioni formalmente compiute) che si possa considerare una composizione interamente per piano.