approssimando l'infinito per difetto
martedì 19 luglio 2022
giovedì 5 maggio 2022
ritratto di donna in batik
Il ritratto in questione è un quadro di tela rwandese, nella tecnica del tessuto batik, che è stato appeso per anni in casa mia, portando un elemento esotico ma molto delicato, discreto, non eccessivamente stereotipato. Forse quello che a suo tempo ho cercato di fare con questo piccolo, volatile ma suggestivo frammento sonoro.
mercoledì 20 aprile 2022
piccole increspature sul lago capovolto del vuoto
“Ripples in the upside-down lake of the void, is what I should have said.
The bottom of the world is gold and the world is upside down.”
(Jack Kerouac, On the Road)
Una curiosità: è l'unico mio pezzo (almeno della fase che comprende registrazioni formalmente compiute) che si possa considerare una composizione interamente per piano.
giovedì 10 marzo 2022
un passo di danza in un filo di vento
Un sottilissimo accenno di tango in un tempo in cui il tango mi interessava solo accademicamente.
giovedì 10 febbraio 2022
quello che resta dei nostri pomeriggi inquieti
E' una semplicissima elaborazione di un vecchio appunto sonoro preso durante i lunghi pomeriggi di improvvisazione in cui io e l'amico Roberto abbiamo dato fondo - credo - a ogni possibile diversa tecnica di creazione musicale. Recuperare frammenti anche minimali da vecchi nastri e riciclarli in qualcos'altro è sempre stato uno dei miei percorsi abituali, nell'ottica di "non buttare via niente", pensando che anche la folgorazione di un attimo, se è esistita, deve avere un senso.
Un frammento di questo brano è stato usato nel video Incontri con protagonisti della ricerca in E-R...
mp3: quello che resta dei nostri pomeriggi inquieti
mercoledì 26 gennaio 2022
giovedì 13 gennaio 2022
della stessa stoffa delle nostre ali
In origine ci fu il progetto di un concept album, che girava intorno alla vita segreta di un giardino, con una idea tipo poesia simbolista. A occhio e croce, l'ispirazione era più in zona Davide Sylvian che Stevie Wonder, ma a distanza di tempo chi può dirlo? Secrets of the beehive era un album che mi aveva folgorato, a partire dalla copertina. Ma possedevo anche The secret life of plants.
Facevo passeggiate in solitaria nella natura per ascoltare il silenzio delle piante e della microfauna.
Uno dei testi che avevo abbozzato era appunto un dialogo tra farfalle, che tra l'altro parafrasava il celeberrimo verso di Shakespeare.
Alla fine di quel progetto resta solo la canzone Il giardino, e il titolo di questo brano.
I più attenti potranno notare che l'ultimo minuto del pezzo tradisce inequivocabilmente uno dei miei più grandi amori dell'epoca, l'inarrivabile Penguin Café Orchestra.